Bruno Fael (1935), nato in Friuli e milanese di adozione, non è solo un artista originale che ha sempre sviluppato una pittura estremamente personale, arricchita dai suoi rapporti con il mondo fisico e spirituale, ma è anche un melomane per passione, uno spirito ribelle. Appartiene alla generazione dei grandi interpreti della cultura artistica italiana che, in tempi non facili, ebbero la potenzialità di confrontarsi con il panorama internazionale traendone ispirazione. Ancora oggi il suo lavoro è di vitale importanza per gli insegnamenti ad esso sottesi, per quella sorta di liberazione e dell’uomo e dell’arte da ogni condizionamento e per quella fantasia e speranza che dovrebbero avvolgere il mondo e ogni cosa.
Da giovanissimo decide di dedicarsi all’arte e di mettersi alla prova. Sono decisivi, a partire dal 1968, gli incontri e le frequentazioni con artisti della pittura, della musica classica e leggera, con intellettuali, scrittori e critici che con lui condividono ispirazione ed estro creativo. Basterebbe citare , Mario Leopore, Ignazio Mormino, Paola Borbone, Lino Toffolo, Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto, Milva,Tullio De Piscopo, Gianna Nannini, Walter Pozzi, Scanavino, Crippa, Treccani, Remo Bianco, Filippo De Gasperi e il gruppo dell’Astroarte e poi Salvatore Fiume, il lungo sodalizio con Roberto Crippa e lo Spazialismo, Herbert von Karajan, Enzo Jannacci, Charles Aznavour, Kodra, Mario del Monaco, Severino Gazzelloni, Giuseppe Grieco, Bruno Contenotte, l’artista appartenente alla corrente metafisica e surrealista con il quale realizzerà grandi mostre ed eventi, i grandi protagonisti del movimento del Nouveau Réalisme come Mimmo Rotella e Raymond Hains e i critici d’arte che lo hanno seguito con slancio come Mario Monteverdi, Carlo Franza, Pierre Restany, Frédéric Altmann, Luca Venturi ed altri.
Il suo primo studio viene aperto nel 1969 nel Centro di Treviso, nel 1972 ne apre un altro a Milano, poi a Zurigo, nel 1995 ad Antibes che diventa il punto di riferimento per intellettuali, critici ed artisti internazionali. Dopo una serie di mostre fortunate in Costa Azzurra , che vengono recensite dalla TV francese FR3, il Museo Carros acquista una tela di notevoli dimensioni . Apre infine un altro studio a Rennes (Bretagna) dove, dopo alcune mostre, viene invitato dagli insegnanti delle scuole elementari a parlare con i bambini ed insegnare loro l’uso dei colori.
La maggior parte delle sue opere è su tela, ma importanti sono anche la sua “collezione di oggetti”, creazioni prêt à porter che testimoniano la sua versatilità e l’incessante ricerca su forme e materiali, le sue sculture in terra cotta e in bronzo, quelle monumentali in cemento armato realizzate in Africa (Egitto e Kenya), i suoi “manichini” a grandezza naturale, testimoni dell’epoca in cui viviamo, i suoi “vetri segreti” e vetrate in vetro fusioni, le sue musiche aleatorie dalle quali nasceranno le sue opere in movimento “quando la musica prende forma”.
La sua vita è segnata da un susseguirsi di mostre collettive e personali in tutta Italia e all’estero, ottenendo un’infinita di ambiti riconoscimenti. Tra i più recenti: “Pittore dell’anno” 2005 e nello stesso anno gli viene dedicata la “Bruno Fael Street”, via principale del Resort Stella di Mare ad Ain Soukhna (Egitto), “Premio alla Cultura e alla carriera” al Circolo della Stampa di Milano nel 2010, nel 2011 “Premio Inghilterra alla Carriera” a Macclesfield e nel 2014 “England Award” dal Ducato di Cornovaglia.
Vissuto a Milano dal 1968, dove è prematuramente scomparso il 26 Ottobre 2015, lascia con la sua ultima mostra “Il Pianeta, energia dell’anima” (prorogata fino al 18 Novembre in suo omaggio) un ciclo monumentale di 148 opere dedicate ad ogni Nazione partecipante a Expo Milano 2015 oltre ad un patrimonio artistico di vari periodi.